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Romanticismo, idealismo, Fichte, Schelling

L'Idealismo si pone come obbiettivo il superare le contraddizioni rimaste irrisolte nel sistema kantiano, privilegiandosi della dimensione ideale e spirituale della realtà. L'Idealismo nasce nel periodo del romanticismo. Pur essendo due movimenti diversi si accomunano per l'ambizione per il superamento della ragione illuministica e l'affermazione di una nuova visione del mondo che esalta il sentimento l'arte e la tradizione.

Il romanticismo esalta il ruolo del sentimento e le emozioni  Molto importante è l'aspirazione all'infinito, che nasce da un senso di inquietudine dovuto al fatto che tutto può costituire un limite  e dal bisogno assoluto di scoprire l'infinito. Da ciò nasce la nostalgia (Sehnsucht) per le proprie origini divine. Nel romanticismo troviamo anche la nascita di un sentimento nazionalistico.

l'arte in questo ambito ha un ruolo fondamentale: nella produzione artistica l'io imita il divino artefice, autore della natura e del mondo, e, in qualche modo  prolunga la sua stessa attività creatrice.

l'opera artistica viene ricondotta al sentimento, che consente di cogliere l'intima essenza del mondo. Frutto del sentimento è l'attività estetica, considerata come via di accesso alla verità, e dunque come più alta forma di filosofia.

Ha un ruolo importante anche il pensiero di Johann Wolfgang Goethe che definisce l'arte come una forma di espressione della realtà concreta che riesce a esprimere l'unità di finito e infinito allo stesso tempo.

Fichte

Uno dei maggiori esponenti dell'idealismo è Johann Gottlieb Fichte che giudica inammissibile la dottrina di Kant, in quanto nozione di una realtà estranea all'io. Egli afferma l'io come attività creatrice del mondo e priva di limiti. 




Fichte sostiene che l'Io è un processo creativo e infinito di realizzazione e ricerca verso la verità che si articola in 3 momenti:

  1. tesi: l'io pone se stesso e si rivela come attività autocreatrice, cioè che comprende la propria identità dell'io
  2. antitesi: l'io pone il non-io  e produce l'altro da sé come oggetto e ostacolo indispensabile alla sua attività. L'io ha inevitabilmente bisogno di qualcos'altro per realizzarsi
  3. sintesi: l'io oppone nell'io, all'io divisibile un non-io divisibile, ovvero che si particolarizza nei singoli io empirici e finiti contrapposti alle cose del mondo. Questa si può interpretare come una consapevolezza dell'io di essere al mondo, con una pluralità di cose (non io) e di persone (io infiniti)


Secondo Fichte, la natura è il mondo possono esistere in modo indipendente dall’io il quale, pone il non io e si determina come io empirico  grazie all’immaginazione produttiva 

L’uomo ha inoltre il compito di affermare la propria libertà e infatti, il mondo esiste in funzione dell’attività dell’uomo e del suo autoperfezionamento.

Fichte afferma che l’uomo ha il suo fine nella società, la quale ha l’obbiettivo di realizzare la completa unità di tutti i suoi membri grazie alle due leggi morali:

  1. Trattare gli altri come fini e mai come mezzi
  2. Puntare al perfezionamento degli uomini tramite l’educazione (la missione del “dotto” che consiste nel promuovere il progresso culturale e morale di tutte le classi sociali)
Schelling

Schelling, pur condividendo con gli altri esponenti dell'idealismo la stessa tensione verso l'infinito si differenzia per l'affermazione della centralità della natura.

Per lui , il principio infinito creatore della realtà è l'assoluto, in cui spirito e natura vengono conciliati in un unità superiore. Soggetto e oggetto si fondono.




La filosofia per Schelling è dunque la scienza dell'assoluto e può seguire due direzioni:

  • la filosofia della natura: che partendo dalla natura giunge allo spirito
  • la filosofia dello spirito: che partendo dallo spirito giunge alla natura
e infatti spirito e natura sono due modalità di realizzazione e di espressione dell'assoluto

questi avviene tramite un determinato processo, diviso in 3 fasi:

  1. la sensazione seguita dall'intuizione produttiva in cui il soggetto  si scopre capace di poter superare il limite imposto dai dati oggettivi
  2. la riflessione, in cui l'Io diventa oggetto di se stesso sdoppiandosi in soggetto che conosce e oggetto conosciuto
  3. e infine la volontà, grazie a cui il soggetto si stacca dagli oggetti, agendo indipendentemente da essi con propria volontà.

Inoltre definisce l'arte come il supremo organo conoscitivo poiché riesce a cogliere la profondità originarie della vita e della natura grazie all'intuizione estetica, ossia la capacità di penetrare l'infinito attraverso le sue forme concrete, creando qualcosa che va oltre il reale.

per questo l'attività dell'artista è simile a quella dell'assoluto creatore.

L'opera del genio è composta da un ispirazione inconsapevole ed un esecuzione consapevole, riconducibili e soggettività e oggettività o spirito e natura.



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